New York, Maggio1974
Roma, 1984

Il cuscino era un regalo per Angelica Saleh, io e Carla eravamo ospiti nella sua casa di New York.
Rientrando a casa posai il cuscino nel vano della poltrona color salmone che stava nel soggiorno appena si entrava, sulla sinistra. Erano diversi giorni che disegnavo finestre, angoli della casa, oggetti, Joe (il marito di Angelica).
Avevo riempito un album a spirale con parecchi disegni, erano tutti in sequenza pagina dopo pagina, lavoravo con pochi mezzi. Quel giorno non sapevo di aver dato origine con il disegno della poltrona di Mary a una serie molto lunga di ritratti, e particolari, che si sarebbero svolti negli anni.

Roma, Giugno 1974 Giorgio Fraire mi stampò il primo manifesto della poltrona di Mary.
Non avevo nessun intento, volevo a tutti i costi riprodurre il disegno originale: tolsi dall’interno del cuscino i segni colorati e stampai un 70×100 a due colori. Iniziò così la più bella avventura che mi sia mai capitata.
Convinsi Fraire a stampare una cartella serigrafica di 4 pezzi della poltrona. Su ogni pezzo, stampati sopra la poltrona come dei riflessi i disegni della casa di Joe e Angelica Saleh.

Talamone – Grosseto, Agosto 1974. A Talamone per circa un mese lavorai a ridisegnare la poltrona, feci grandi disegni su carta da pacchi, usando lo smalto nero e giallo. Cercavo di usare sempre tecniche diverse, mischiavo di proposito gessi con smalti nei lavori grandi, o matita e pennarello sui blocchi. Conoscevo gli effetti della poltrona sui vari tipi di supporti, addirittura anticipavo le sue preferenze, amava essere circondata da un fondo di smalto a mani corpose.
Lavorando sul medesimo disegno per mesi, mi accorsi della rapidità che avevo acquisito nel disegnare i dettagli a memoria.
Fu questa rapidità a farmi notare un particolare sul quale poi avrei impostato la serie dei cuscini.
Ritagliai su cartone la sagoma del cuscino perchè questo mi permetteva una più veloce esecuzione su tutti i supporti possibili. Le tele sul cuscino, o cuscino su poltrona, le realizzai in grossa parte a olio. Tracciato il vano della poltrona e collocavo il cuscino tramite la sagoma o ridisegnandolo a memoria.
Cominciai con una serie di omaggi, a Morandi (presi un articolo di Roberto Tassi su “Repubblica” sull’opera di Morandi e lo incollai su di una tela centrando con il cuscino la foto del quadro), a Rotella, a Fautrier e infine il cuscino di Tex Willer.
Marcello Gianvenuti, un fotografo mio amico, realizzò una serie di impronte fotografiche su tela della poltrona, una delle quali è stata poi dipinta da Mario Schifano.

New York, Maggio 1977.
Durante il secondo soggiorno a casa dei Saleh ripassai in sequenza rapida tutti gli oggetti disegnati tre anni prima, ridisegnai la poltrona da altri punti di vista; ma i nuovi ritratti eseguiti in quel periodo, “Ritratto di donna con cuscino” (disegno eseguito su di in piccolo blocco a pennarello e carta di rivista strappata, a simboleggiare una pennellata gialla), è l’unica immagine di Mary; un viso di donna con il cuscino al posto della bocca. Ho sempre pensato di utilizzare questo ritratto come manifesto della mostra (La poltrona di Mary 1974/1984).

Sabaudia, Agosto 1977.
Arrivai a Sabaudia con molte tele, e numerosi tubetti di colore acrilico.
Lavorai su tutta una serie di cuscini paesaggio: inserivo all’interno del cuscino (molte volte isolato al centro del foglio di carta, che poi andavo ad incollare sulla tela) vedute del Circeo o paesaggi ripresi da vari punti di vista e ricomposti, riprendendo l’oleandro che spuntava dalla finestra della camera da letto, sullo sfondo il Circeo con tante piccole abitazioni rosa alla base. Quelle costruzioni le avevo già inserite in altri cuscini. Quindi, con un lavoro di frammenti di paesaggio completai quella che oggi chiamo la serie del Circeo.

Il cuscino di ceramica, Rifa 1978. Dopo le sagome, decisi di realizzare un cuscino modello. Lo volevo di una misura media, avevo bisogno di comporlo con altri oggetti, tavolozze, cornici, vasi, per realizzare una serie di nature morte con cuscino (titoli che avrei usato in seguito, quasi per tutti i desegni che ho realizzato).
Portai il modello in gesso, al mio amico ceramista Matteo Rispoli, a Molina, un centro a pochi passi da Vietri sul mare.
Dal forno di Matteo uscì un cuscino di ceramica, con le pieghe appena accennate, in quattro pezzi ben modellati, e una discreta stabilità che mi permetteva di poggiarlo accanto ad altri oggetti.
Gli accostamenti più frequenti furono cuscino con tavolozza.
Feci diversi disegni, acquarelli, sul tema natura morta con cuscino, accostai al cuscino tutta una serie di oggetti diversi tra loro, a volte con un’unica colorazione. Alla fine decisi di fare un’ultima composizione: “cuscino con tavolozza” con tanto di vetro e cornice.

Tele e disegni, 1983
Catalogare, numerare, ricordare i pezzi, scartare, è un bel fare, ma ecco affacciarsi l’idea di chiudere la storia con “Le poltrone od olio”. Grandi distese di prati con torri-poltrone o ruderi-poltrone o poltrone-totem, o poltrone-scale per immaginarie vedette alla ricerca di paesaggi. E infine il suicidio della poltrona: una tela 30×40 raffigurante una poltrona che salta nel vuoto da un fantastico ultimo piano.